I tempi stanno cambiando

(Times, they are a-changing – Bob Dylan)

Quando si è avanti negli anni si dice di essere in età matura. Ma non sempre a essa si accompagna una maturità culturale e interiore. Per quella bisogna aver attraversato esperienze segnati, oppure aver fatto un grande lavoro su se stessi, impresa ardua e pericolosa.

Sono in una età in cui non credo più alle favole e da parecchio tempo neanche all’autorità di qualsiasi genere, né simbolica né tantomeno terrena. L’unica entità che credo meriti di essere considerata e rispettata è quella di Madre Natura. A lei affido ogni mio pensiero e ogni azione. A lei si ricollega tutto ciò che esiste e soprattutto ciò che non riusciamo a comprendere.

Detto così potrebbe sembrare una sorta di atteggiamento religioso, un surrogato di un credo a cui rivolgere i nostri dolori e le nostre angosce. Ma nel mio pensiero non c’è alcuna venerazione se non lo stimolo a capire i misteri che della Natura non riusciamo a comprendere. Anzi, sempre più ho evidenze che i nostri lontani antenati sapessero molto più di noi e avessero molte più conoscenze di ciò che ci circonda.

Abbiamo dimenticato il contatto con la Natura e abbiamo sostituito le sue leggi con le nostre regole. Non potevamo fare errore più grande.

Rinnegare i consigli e gli insegnamenti di Madre Natura ha fatto dell’umanità una figlia inquieta, vanitosa e arrogante. Che si imbelletta di consumismo, si vanta di tecnologia, che parla di ciò che non conosce e scorrazza alla rincorsa di chissà quale felicità. Una umanità che non sa più essere compassionevole, che fatica ad amare e ad amarsi, che ha perso molti dei valori che costituivano la sua vera grandezza.

Per millenni ha speso tempo ed energia per esaltare la sua supremazia, spesso dimenticando di essere figlia di Madre Natura e tentando in ogni modo di usurparne il potere. Ma poi ogni volta che la misura è colma ecco che Madre Natura la castiga. Diluvi, piaghe, terremoti, inondazioni, siccità, incendi, glaciazioni. Nulla succede per caso e mentre noi contiamo le ore, i giorni, gli anni e i millenni, tutto gira inesorabilmente intorno secondo le sue leggi, senza che noi si possa fare nulla.

L’orologio di Madre Natura ha altri meccanismi che regolano mutazioni che sfuggono a noi umani. Le ventiquattro ore del giorno regolano la nostra vita per far sì che ogni giorno sia diverso, che ogni anno non sia uguale al precedente. Ma la Natura non corre così veloce. Il suo anno dura duemilaseicento dei nostri anni, e allora il cambiamento diventa epocale. Tutto si stravolge, tutto si trasforma, tutto assume nuovi significati.

Quello che facciamo oggi è comperare una bottiglia di olio al supermercato. Quello che fa la natura è muovere le ruote delle macine con moto lento e poderoso, impiegando tutto il tempo che occorre per spremere da ogni singola oliva il prezioso succo, lentamente, ininterrottamente, inesorabilmente. E dopo duemilaseicento anni ecco che arriva il nuovo succo. Allora l’umanità potrà assaporare il gusto di una nuova era, uscire dalla esausta influenza di un periodo tumultuoso ed entrare in quella della consapevolezza.

L’era che sta finendo ci ha lasciato molti segnali tra guerre, rivoluzioni e ora la pandemia. Forse anche questa terribile esperienza andrà a finire nell’albo dei ricordi perché la memoria dell’uomo è breve come la sua vita.

Solo chi saprà leggere il significato di quello che sta accadendo riuscirà forse a capire il cambiamento epocale che è in atto. Non sarà repentino come il passaggio dalla notte al giorno. Dovremo aspettare tutte le sfumature dell’alba prima di vedere sorgere il nuovo sole. Un’Alba che forse durerà altri duecento o trecento anni. Ma già ora si intravvede qualche raggio di luce. Qualcuno sta cogliendo questi bagliori e comincia a vedere più chiaramente i fatti del quotidiano con altri occhi.

Sarà lo sguardo di chi sentirà nascere dentro di sé la consapevolezza che Madre Natura non ci ha abbandonati, che ci sta guidando verso un nuovo cammino. Forse ne pagheremo un prezzo doloroso, ma sarà solo a causa dei nostri errori.

La presunzione di sentirci superiori a tutto e a tutti, l’aver perso l’umiltà di essere ospiti su questa Terra volendo a tutti i costi esserne padroni. L’aver trascurato la fratellanza e osannato le disuguaglianza.

Forse questo virus non sarà l’ultima punizione che dovremo sopportare. Ma sarebbe una buona occasione per ripensare cosa vuol dire appartenere al genere umano e prepararci per meritare una nuova era.

Aquarius.

 

 

15-05-2020

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