I Cinque Sensi

Se chi ha inventato l’essere umano dovesse ripetere oggi lo stesso miracolo farebbe un individuo con mani e orecchie piccole, occhi e bocca grandissimi e naso praticamente inesistente.

All’incirca così:                          
Non stupitevi! Allo stato attuale è ciò che accade in virtù di come utilizziamo i cinque sensi oggi. Grazie ai mezzi di comunicazione, ai media e alla cultura che si è andata sviluppando nell’ultimo quarto di secolo e inizio di quello attuale non è difficile supporre che essi vengano impiegati in maniera diversa.
Se in passato l’olfatto era essenziale per percepire la qualità dei cibi e la salubrità dell’aria oggi questo prezioso strumento non viene quasi più usato. I cibi sono quasi tutti preconfezionati e a mala pena riusciamo a percepirne l’odore quando sono nel piatto. Lo smog e l’inquinamento hanno poi ridotto le capacità olfattive fin quasi all’atrofizzazione.

Nondimeno l’udito ha subito una simile sorte per via dei rumori assordanti del traffico delle grandi città per non parlare poi del danno ancor più grave arrecato dal bombardamento di decibel che già in età adolescenziale lo deturpa profondamente, mentre restano gli auricolari a completamento dell’ormai irreparabile degrado. Ma ciò è comunque poca cosa a paragone del fatto che ormai non si presta nemmeno più ascolto ai nostri interlocutori con la presunzione e la prosopopea di saperne sempre più degli altri.

Ed è per tale motivo che avremmo bisogno di una bocca più grande, proprio per poter affermare con più forza e vigore le nostre parole, a prescindere dall’importanza di ciò di cui parliamo. L’importante è farsi ascoltare perché abbiamo un irrefrenabile bisogno di comunicare i nostri malumori, i nostri profondi disagi, le nostre angosce, le insicurezze e le nostre ansie. Una bocca grande per gridare forte: ascoltatemi!!!

La mani non compaiono in figura perché anch’esse sono ridotte ai minimi termini. Il tatto è relegato a funzioni prettamente meccaniche finalizzate a digitare sui tasti della tastiera per scrivere centinaia di messaggi e di post sui social media o sugli smartphone, attività che nel tempo riduce quasi completamente la capacità percettiva dei polpastrelli. Del resto a cosa serve ormai questa sensibilità se non sappiamo nemmeno più cosa significa fare una carezza a un nostro simile.

E per concludere diamo un ultimo sguardo alla foto e cerchiamo di capire perché abbiamo bisogno di occhi più grandi. Innanzi tutto perché non riusciamo più a vedere con gli occhi della fantasia, cosa che restringe in maniera abnorme le nostre capacità intellettive. Del resto se si comincia fin da piccoli a fissare lo schermo di un tablet, o un televisore o le migliaia di immagini che propone internet alla fine la vista diventa, dei cinque sensi, quello che utilizziamo di più.
È provato dalla scienza che qualsiasi argomento espresso a voce rimane più impresso nell’ascoltatore se accompagnato da immagini. E ne è prova l’uso di slides che i manager propinano durante i convegni alle assemblee e in ogni altra occasione simile. La nostra memoria immagazzina molte più informazioni attraverso l’uso della vista e per tale motivo è lo strumento che più ci rende vulnerabili. Questa apparente contraddizione che fa della vista, nostro punto di forza, una nostra debolezza sta nel fatto che le immagini possono mandare talvolta dei messaggi che non riusciamo ad interpretare in modo corretto proprio perché, a seconda della situazione, del nostro stato d’animo, della nostra preparazione culturale e tanti altri fattori, ogni immagine può darci una visione che noi interpretiamo in modo soggettivo anziché oggettivo.

Per semplificare riporto qui di seguito un’immagine proposta su internet e la stessa immagine così come era stata scattata in origine:
 Fig A  Fig B

La figura A mostra una situazione ai limiti dell’inverosimile come se il ciclista stesse precipitando in un pozzo. L’effetto è stato ottenuto semplicemente ruotando in maniera opportuna l’immagine stessa.
Infatti eseguendo all’inverso lo stesso processo, si vede palesemente che quello che sembrava un pozzo è in realtà un tunnel e quella che sembrava una parete verticale è in realtà una strada.
Il montaggio è riuscito alla perfezione nel trasmettere un messaggio che inevitabilmente viene interpretato in maniera non corretta.

Purtroppo e troppo spesso le immagini a cui rimaniamo aggrappati perché suscitano in noi emozioni schioccanti o di stupore, sono spesso manipolate appositamente proprio per trasmettere un messaggio subliminale che modifica la nostra percezione e soprattutto il nostro modello di pensiero e i nostri schemi razionali così che cadiamo in una trappola invisibile con la quale si viene guidati verso una modalità di pensiero che non ci appartiene e che nel tempo modifica le nostre abitudini, le nostre scelte, i nostri gusti e le nostra mentalità. È auspicabile che una presa di coscienza verso queste tematiche serva a risvegliare le nostre coscienze obnubilate proprio dalla pioggia di immagini che agiscono sulla nostra percezione visiva dandoci un’immagine della realtà diversa da quel che è in realtà.

29-09-2018

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