SOCIAL

Ho poco meno di 350 amicizie su FB ma c’è chi ne ha il doppio o il triplo delle mie e forse anche di più. Della maggior parte di loro ho qualche notizia che di tanto in tanto viene postata. Di molti so molto poco. Poi ci sono gli altri, quelle amicizie che si hanno al di fuori dei social e mi domando come facciano a vivere senza essere iscritti a FB o Istagram o altro.

Sono assenti o inesistenti?

Eppure talvolta li incontro, ci salutiamo, parliamo, passeggiamo insieme, sono reali. Allora mi domando: cosa ce ne facciamo di queste amicizie virtuali? Qual è la differenza?

Forse la risposta sta proprio qui.

Su FB ci si scambiano opinioni, idee, dibattiti talvolta anche animosi, si postano immagini di luoghi, cose, persone, animali. Ci si fa un’idea del carattere e del pensiero di coloro che vanno a formare il giro di amicizie del proprio profilo e tanto altro.

Ma alla fine ci si accorge che manca qualcosa.

Mancano gli odori, mancano gli sguardi, mancano i gesti, manca la luce del sole che ti abbaglia mentre li stai ad ascoltare e pensi a cosa rispondere, manca il rumore di fondo che ti confonde e fai fatica a sentire cosa ti stanno dicendo, manca quel soffio di vento che scompiglia i capelli e che ti obbliga a un gesto con cui esprimi il tuo disappunto, così come quando aggrotti le sopracciglia e corrughi la fronte se qualcosa ti va storto o non sei d’accordo.

Perché i gesti e lo sguardo parlano di noi anche quando stiamo zitti, ci esprimiamo e mostriamo lo stato d’animo che in quel momento ci pervade e che se anche tentiamo di nasconderlo comunque viene trasmesso a chi ci sta davanti.

Manca insomma quell’energia che è insita nell’animo umano e che non viene trasmessa a parole ma che si percepisce solo con il contatto, non necessariamente fisico, ma reale. Quell’empatia che ti fa sentire a tuo agio o a disagio con la sola presenza di chi ti è accanto.

Ecco; credo che questa sia la grande differenza tra il mondo reale e quello virtuale dei social: la mancanza dell’espressività umana. Qualcosa di indescrivibile ma che dice molto e anche di più.

Non basta osservare la foto sorridente del tuo amico che sta trascorrendo una favolosa vacanza tropicale. Ti manca la sua voce, ti manca il rumore delle onde in cui si sta immergendo, ti mancano i sapori delle bevande che sta sorseggiando, al bar o sotto una palma, fatte con i frutti del posto. O quando partecipa a una festa danzante o a un concerto con i suoi amici reali, ma tu non senti la musica né le voci della platea.

Con i social mantieni i contatti e butti lì le tue notizie come fossero un’esca, nella speranza che qualcuno di loro ti metta un like.

Ma tutto si limita a questo anche se magari può essere l’inizio di uno scambio di domande e risposte spesso più lungo del necessario. Nemmeno i brevi filmati che in qualche modo riproducono il momento che stanno vivendo, hanno il potere di trasmettere sensazioni ed emozioni. Li percepisci alla stessa maniera di un film o di uno sceneggiato televisivo di cui non sei protagonista.

Immaginate di vedere su FB l’immagine di un incidente automobilistico nel vostro quartiere e la differenza delle emozioni che avreste provato se foste stati presenti proprio nel momento dell’accaduto. La curiosità, l’apprensione, il disagio nel pensare se qualcuno si sia ferito, il via vai della polizia, il sentire i commenti di quelli che come te hanno assistito a fatto, le voci che si accavallano, il rumore dell’ambulanza, e il clacson delle auto in fila che non riescono a passare non hanno nulla a che vedere con l’amorfa e inespressiva distanza che l’immagine di FB impone.

Questo è il mondo virtuale dei social che ci illude di vivere, ma in fondo è un’esistenza virtuale.

E questo lo sapete bene.

12-06-2023

Questo articolo è stato pubblicato in Appunti da . Aggiungi il permalink ai segnalibri.