La violenza sulle donne

In questi ultimi tempi in cui l’argomento più diffuso è la violenza sulle donne, non posso non soffermarmi a riflettere sul perché di questa aberrazione sociale e da dove ha origine. L’iniziale mia malcelata indifferenza dovuta al sensazionalismo e al clamore cavalcato dal mondo mediatico e giornalistico, ha creato una barriera non facile da superare. Poi la curiosità di capire il perché tale fenomeno stesse assumendo un aspetto rilevante nel tessuto sociale mi ha spinto ad approfondire ed analizzare le cause di tale inspiegabile comportamento dell’uomo.
Se ne potrebbero elencare migliaia, sicuramente una per ognuno degli eventi criminosi commessi, ma per grandi linee il mio pensiero si riassume in alcuni punti essenziali.
Oggi la donna non ha più il ruolo centrale all’interno della famiglia e la voglia di parità le ha fatto perdere quel potere occulto che per secoli o forse millenni le era attribuito. Sembra una contraddizione ma proprio la ricerca della parità con l’uomo è fra i motivi principali dell’indebolimento della figura femminile. Basti pensare che fino a mezzo secolo fa la maggior parte delle donne erano ancora casalinghe come lo sono sempre state nella storia del mondo.
In passato l’uomo-guerriero era impegnato per periodi lunghissimi in interminabili guerre e quando tornava a casa erano trascorsi mesi se non addirittura anni. Si pensi poi a certe tradizioni contadine come la Transumanza durante la quale gli uomini-pastori si allontanavano dalla famiglia nei lunghi mesi in cui guidavano i loro greggi verso terre lontane, così come gli uomini-pescatori che rientravano in porto con la loro pesca dopo mesi in alto mare.
E le donne rimanevano sole a condurre la famiglia, a crescere i figli e a insegnare loro come stare al mondo. Era la donna il cardine della società, la figura attorno alla quale ruotava la conoscenza, l’economia e la stabilità come fondamento e piedistallo sicuro su cui l’uomo poteva poi costruire il futuro. La donna era lì, presente, sempre, a dare certezza e sicurezza.
Oggi la donna non è più questo. Non è più il femminino sacro (Iside-Ishtar-Demetra) che rappresenta la fertilità (l’incremento delle nascite è in forte decremento), non è più la Madre Terra, madre di tutte le cose, non è più la forza motrice che sostiene l’uomo. E l’uomo si sente smarrito senza quel riferimento importante che è la madre. L’uomo non riconosce più la donna-madre che non sa più gestire una famiglia, che non sa più essere punto di riferimento e protezione dei suoi figli. E l’uomo, egli stesso figlio, non sa più relazionarsi con una donna-figlia che non sa essere madre, scaricando su di lei la sua rabbia e la sua frustrazione. Forse per tale motivo molti delitti sembrano non avere una ragione plausibile o una facile giustificazione che va invece ricercata in una trasformazione dei ruoli a cui non si è pronti e che crea smarrimento.

20-11-2017

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