Identità

A ciascun essere umano viene assegnato un nome per stabilirne l’identità. I tempi e i modi con cui avviene questa procedura variano a seconda delle popolazioni e quasi sempre è accompagnata da manifestazioni e cerimonie che rafforzano il valore di un atto che segna per sempre la vita di un individuo.
Il momento in cui viene deciso quale nome attribuire al nuovo nato varia anche qui da consuetudini usi e costumi. Di solito avviene alla nascita anche se, in maniera sempre più frequente, viene stabilito già subito dopo il concepimento o comunque prima del parto. Questo grazie anche al fatto che già in anticipo è possibile stabilire il sesso del nascituro. Più raramente può accadere, presso alcune popolazioni, che il nome venga deciso qualche giorno dopo la nascita, quando cioè il nuovo nato manifesta i suoi primi segni di apprezzamento o di adattamento alla vita e da questi meglio stabilire quale sarà il suo carattere.
La scelta del nome, invece, dipende da fattori completamente diversi che includono anche in questo caso il rispetto di usi e costumi, oltre a come detto poco sopra, dall’eventuale carattere del nascituro. Poiché il nome stabilisce l’identità della persona, in genere si tende a far sì che si colleghi in qualche modo alla famiglia a cui appartiene. Questo comporta che possa essere deciso di assegnare il nome di qualche antenato o addirittura del genitore di sesso opposto, cioè dando alla figlia il nome del padre al femminile o al figlio il nome della madre al maschile. In America si usa Sr. (Senior) e Jr. (Junior) per distinguere padre e figlio con lo stesso nome.
Questa premessa, che può assumere carattere di ovvietà in quanto ripete costumi e modalità note a tutti, si rende necessaria per evidenziare gli aspetti nascosti o quanto meno trascurati di un elemento importantissimo nella vita di un individuo e cioè la sua identità, con la quale viene identificato e inserito nella società. Tale importanza è dimostrata dal fatto che il nome della persona viene registrata e riportata negli atti amministrativi, per essere successivamente certificata e infine confermata con l’emissione di apposita documentazione personale, nota come carta d’identità, patente, passaporto etc. A questo aspetto burocratico si affiancano poi cerimonie di carattere religioso e famigliare che coinvolgono soprattutto i parenti, gli amici stretti e in alcuni casi tutta la comunità, come accade in piccoli villaggi o società ristrette.
Una volta espletate tutte queste formalità che il nascituro sperimenta a sua insaputa restano alcuni punti meno evidenti su cui si rende necessaria una riflessione. Questo in virtù del fatto che molto spesso, al di là dei genitori, dei parenti e amici, il nome del nuovo nato viene facilmente dimenticato. Non per negligenza o disattenzione ma perché il neonato non ha ancora una sua personalità che lo caratterizzi, senza considerare inoltre che i neonati quasi sempre si somigliano tutti. E ancor più strano è che questa dimenticanza può manifestarsi anche nell’incontro fra persone adulte a causa di diversi fattori. Se per esempio ci viene presentata una persona sconosciuta e il tempo di frequentazione è limitato, o il ruolo che essa riveste non è rilevane, può accadere che in breve ci si dimentichi del suo nome, per il fatto che l’incontro non ha suscitato quell’interesse tale da restare impresso. Questo può dipendere anche da quanta buona memoria si possiede ma più frequentemente ci si ricorda del nome di una persona solo quando più elementi concomitanti vanno ad interessare la nostra attenzione e rimanervi impressi. Ad esempio se l’incontro e la presentazione avvengono in un evento o in un’occasione di alta emotività, se la persona incontrata ha già una sua nota caratteristica e un aspetto accattivante è più facile che il suo nome rimanga impresso. Nel caso di un nascituro ad esempio, non è raro che fra amici ci si domandi “come si chiama il figlio dei Rossi?” Questo perché con il nuovo nato non si è stabilito ancora alcun contatto fisico oltre al dire che somiglia più alla mamma che al papà, ma ancor più perché il piccolo non ha ancora modo di manifestare il suo carattere. Viceversa è difficile che, in una situazione galante, ci si dimentichi il nome di un adulto di bell’aspetto e fascino da cui siamo fortemente attratti.
In conclusione si può affermare che l’identità di una persona deve rispondere a tre importanti requisiti. Il primo è quello burocratico che ne certifica il nominativo, il secondo non meno importante è il suo aspetto fisico e il terzo è la sua personalità e il suo carattere, che forse più di tutti ne delineano l’identità.
Un capitolo a parte invece andrebbe dedicato all’identità di genere, in quanto implica alcuni aspetti e caratteristiche che vanno oltre la semplice assegnazione del nome come identificativo e che per la sua prorompente attualità merita accurati approfondimenti e un’attenta riflessione a chiarimento di molti lati in ombra, troppo spesso trascurati o non tenuti nella giusta e opportuna considerazione.
22-11-2018

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